Lettera al Rettore

In quanto lista di rappresentanza studentesca all’interno del Senato Accademico, non condividiamo assolutamente l’autonomia con cui è stata presa la decisione di chiudere la maggior parte dell’attività in presenza di UniTO, senza il dovuto coinvolgimento di tutte le componenti del nostro ateneo, studenti, docenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo.
Esprimiamo inoltre diverse perplessità che auspichiamo di poter chiarire quanto prima e quanto più rapidamente possibile.
La chiusura repentina degli spazi universitari ci ha riportati al febbraio 2020, quando si sapeva molto poco in merito all’infezione da COVID-19, di cui però si temeva l’aggressività, quando non c’era un vaccino; oggi invece la circolazione delle persone è ripresa grazie a una massiccia campagna vaccinale, della quale i risultati sono tanto evidenti che, seppur l’evidente incremento dei contagi, nell’ultimo decreto non si accenna alla chiusura degli spazi universitari ed in generale dei luoghi di istruzione.
Se quello che si teme è la didattica in luoghi affollati, una soluzione che ci sentiamo di portare all’attenzione del Nostro Ateneo è l’adozione di una seria didattica mista che si mantenga nel tempo e che diventi elemento cardine, come accade in numerosi Atenei italiani. Ormai sempre più aule sono dotate di dispositivi di registrazione e di trasmissione in streaming, pertanto non dovrebbe essere un problema garantire agli uni vivere la socialità e l’università in presenza, agli altri proteggersi da un eventuale rischio di contagio.
Per quanto riguarda gli esami, invece, riteniamo grave che si sia deciso con 4 giorni di anticipo rispetto ai primi appelli un improvviso cambio di modalità, controproducente per docenti e studenti. Un esame universitario può, e deve, dal nostro punto di vista, essere svolto garantendo la sicurezza di tutti, attraverso l’utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuale, il distanziamento, la turnazione dei candidati, il ricambio dell’aria.
Ci teniamo inoltre a veder garantito il mantenimento dell’attività pratica in presenza, elemento fondante di alcuni corsi, già fin troppo penalizzata soprattutto nel primo anno di pandemia. In questo caso i “tirocini online” non devono essere più sperimentati: la maggior parte di essi sono molto poco formativi, alcuni sono addirittura delle perdite di tempo, per gli studenti e forse anche per i docenti.
Siamo a completa disposizione per costruire una linea comune per affrontare quella che auspichiamo essere la coda di questa pandemia, sottolineando il fatto che qualsiasi decisione verrà presa dovrà essere lungimirante e duratura, fondata su una progettualità seria, considerando quello a cui stiamo andando incontro: la chiusura dell’Università per una settimana non fa altro che generare incertezza e preoccupazioni, legate per esempio alla chiusura delle aule studio, a potenziali rinnovi di contratti di affitto e in generale a tutti gli aspetti della vita di uno studente universitario.