“L’ospedale del Campo era stato creato soltanto pochi mesi prima del nostro arrivo a Monowitz, avvenuto verso la fine del febbraio 1944. Prima di quell’epoca, non esisteva alcun servizio sanitario e gli ammalati non avevano alcuna possibilità di curarsi. […] Avveniva allora che le constatazioni di morte fossero fatte con sistema singolare: di esse erano incaricati due individui, non medici, che, armati di nervi di bue, dovevano bastonare per alcuni minuti di seguito il caduto. Alla fine, se questi non reagiva con qualche movimento, lo si considerava morto e il suo corpo veniva subito trasportato al crematorio; se invece si muoveva, voleva dire che morto non era e perciò lo si costringeva a riprendere il lavoro interrotto”
Il passo è tratto dal “Rapporto sull’organizzazione igienico-sanitaria del Lager di Monowitz (Auschwitz III)”, scritto dal medico chirurgo Leonardo De Benedetti e dal dottore in chimica Primo Levi su richiesta dell’esercito sovietico. Con il Professor Fabio Levi, Presidente del Centro Internazionale di Studi, cercheremo di ripercorrere alcune parti di questo racconto, ponendo in particolare l’accento sul tema della gestione sanitaria dei campi di concentramento.
In questo periodo storico, nel quale la guerra è tornata sul territorio europeo, riteniamo che sia ancora più doveroso un momento in cui si possa fare memoria di fatti realmente accaduti.