
Il clima sulla Terra è sempre stato instabile, negli ultimi 650 mila anni si sono alternate ben 7 ere glaciali.
Solamente con l’avvento della società di massa e dell’industrializzazione, a partire dalla seconda metà del Settecento, però, la temperatura è aumentata in modo innaturale come diretta conseguenza dell’attività umana.
Si è registrato un aumento medio di 0.07°C per decennio e di circa un grado centigrado nell’ultimo secolo.
Tale valore potrebbe sembrare non così significativo, ma se si considera che un ulteriore aumento della temperatura media di “soli” altri 5°C porterebbe gli oceani a essere delle masse di acqua calda e la terraferma a essere un solo unico deserto con catastrofi naturali all’ordine del giorno il punto di vista cambia.
Con un aumento di 2°C, definito dagli scienziati come PUNTO DI NON RITORNO, le barriere coralline diminuirebbero del 99% e i ghiacci in tutto il mondo scomparirebbero quasi del tutto.
Le conseguenze di un piccolo aumento dunque sono disastrose:
- scioglimento ghiacciai
- aumento del livello del mare
- aumento in frequenza ed in intensità dei fenomeni meteorologici estremi
- aumento del rischio idrogeologico e di inondazioni
- estinzione di specie
- migrazioni di massa
- cambiamenti di fauna e flora.
Tali attività introducono notevoli quantità di gas serra oltre a quelli già naturalmente presenti (il fenomeno dell’effetto serra nei limiti del naturale è fondamentale per evitare che il calore venga perduto e per rendere la terra un luogo ospitale e adatto alla vita) incrementando così le concentrazioni e portando al surriscaldamento globale.
I gas serra (denominati tali perché agiscono come il vetro di una serra) catturano il calore trattenendo i raggi provenienti dal Sole che una volta arrivati sulla superficie terrestre vengono riflessi.
Le l’attività dell’uomo aumentano le concentrazioni di alcuni di essi nell’atmosfera, in particolare:
- l’anidride carbonica,
- il metano,
- i gas fluorurati.
La CO2, prodotta soprattutto dalla combustione di combustibili fossili, è responsabile del 63% del riscaldamento globale causato dall’uomo.
Gli altri gas vengono emessi in atmosfera in quantità minori ma hanno una “capacità serra” molto maggiore di quella della CO2, ad esempio il metano. Una sola molecola di CH4 infatti inquina quattro volte tanto quella di CO2.
Proprio per questo motivo una delle industrie più inquinanti è quella degli allevamenti intensivi.
I bovini e gli ovini producono notevoli quantità di metano durante il processo di digestione che vengono rilasciate in atmosfera; per non parlare degli immensi spazi agricoli dedicati al mantenimento e alla nutrizione di questi animali che non solo sottraggono terreno (portando a notevoli aree disboscate come nella foresta amazzonica in Brasile) ma anche possibili risorse alimentari.
Infine la deforestazione sottrae all’ambiente migliaia di migliaia di alberi “magazzino” naturale di anidride carbonica ed elementi fondamentali per la stabilità del suolo e per il mantenimento dell’omeostasi ambientale.
Alessandra Degani