
L’ACQUACOLTURA INTENSIVA consiste nell’allevamento a elevate densità di pesci, molluschi e crostacei in condizioni controllate, siano esse:
- confinate, come vasche d’allevamento o impianti artificiali costieri,
- non confinate, come gabbie a mare o allevamenti di molluschi bivalvi in colonna d’acqua o su fondali liberi. In tutti i casi, a vario grado, gli allevamenti intensivi e semi-intensivi spesso comportano impatti ambientali negativi sugli ecosistemi ospitanti e sulle risorse ittiche selvatiche.
Al momento più della metà del pesce consumato dal mercato proviene dall’acquacultura, prevalentemente dagli allevamenti ittici intensivi industriali.
Gli allevamenti ittici sono responsabili di:
- 43 milioni di tonnellate di gas serra emessi ogni anno;
- ingenti consumi di acqua, ossigeno, energia elettrica e farmaci;
- distruzione di ecosistemi vergini per far spazio agli allevamenti di crostacei;
- tonnellate di rifiuti e liquami scaricati in mare e nei fiumi, dove alcune sostanze in eccesso eutrofizzano le acque, provocando una sovrabbondanza di alghe microscopiche e di attività batterica che porta alla morte delle forme di vita dei paraggi consumando ossigeno.
Tra gli scarti prodotto ci sono ogni anno più di 500mila tonnellate di escrementi, dovute alla ricchezza di fibre nella dieta imposta ai pesci allevati rispetto all’alimentazione che seguirebbero in natura.
Per tenere a bada l’assalto continuo di pidocchi, alghe e parassiti, l’acquacoltura impiega tonnellate di antibiotici, alghicidi, erbicidi, disinfettanti e insetticidi, che si diffondono anche al di fuori dei confini degli allevamenti, soprattutto in mare aperto, contaminando anche i pesci liberi, che assorbono le sostanze e ne subiscono le conseguenze. Negli allevamenti la somministrazione di tali sostanze è però necessaria, poiché l’ambiente in cui i pesci sono costretti è estremamente insalubre e sovraffollato.
Vengono persino somministrati antidepressivi, per evitare che i pesci depressi smettano di mangiare e si lascino morire.
Inoltre, negli allevamenti si fa uso massiccio di fosforo e di rame, altamente tossici per l’ecosistema acquatico.
Un altro problema è l’enorme spreco legato a questi allevamenti: ogni anno 10 milioni di tonnellate di pesci vengono ributtati in mare perché non idonei alle richieste del mercato.
Fonti:
– https://www.ciwf.it/animali/pesci/gli-allevamenti-intensivi-dei-pesci/
– https://thevision.com/habitat/allevamenti-intensivi-pesci/
– https://www.itticosostenibile.com/acquacoltura-intensiva/
Francesca Scatà